Porta Elisa News
mercoledì, 30 aprile 2025, 14:08
di alessandro lazzarini
La stagione regolare ci ha raccontato una Lucchese che, dopo una prima parte di campionato del tutto deficitaria dal punto di vista dei punti ottenuti e anche delle prestazioni offerte, è riuscita giocare in modo convincente, risalire la china e ottenere una salvezza virtuale diretta tradotta in uno spareggio salvezza solo dai punti di penalizzazione inflitti a causa della gestione extra campo.
È evidente che esibirsi in una disamina di quanto calcisticamente messo in mostra dai rossoneri nell'arco del torneo è reso piuttosto effimero da variabili che poco hanno a che vedere con la palla di cuoio e l'erba verde; ad esempio, quale era l'umore dello spogliatoio rossonero prima della vendita? Fino a quella data abbiamo commentato le vicende di campo quasi esclusivamente dal punto di vista agonistico e tattico, ma cosa percepivano i giocatori e lo staff tecnico del disimpegno del gruppo Bulgarella? Non bisogna dimenticare che l'abbandono sostanziale della gestione della squadra risale all'estate scorsa, con la rosa composta alla meglio da Ferrarese all'ultimo momento, giocatori come Gucher e Magnaghi messi al margine senza solidi motivi e molteplici spifferi a dimostrazione di una conduzione amministrativa raffazzonata, il tutto unitamente alle notizie riguardanti la salute del presidente e le strane trattative annunciate e poi lasciate cadere da Lo Faso. Certo, si registrava comunque il pagamento degli stipendi e tanto bastava per poter pensare che i calciatori avessero il dovere di esprimere il loro meglio.
A ben vedere, gli strascichi di una mancata programmazione tecnica sulla rosa si erano visti chiaramente; la prima Lucchese di questo campionato aveva un portiere fragile psicologicamente, una difesa composta di discreti giocatori di categoria ma non ben amalgamati, assenza totale di ricambi a centrocampo ed era tenuta sostanzialmente a galla dallo sbocciare del talento di Saporiti. Gorgone in tutto questo era finito nell'occhio del ciclone della critica, d'altra parte i numeri gli davano torto e la sensazione comune era che la rosa, pur visibilmente migliorabile, avrebbe dovuto ottenere risultati diversi anche in coerenza con i precedenti proclami della proprietà.
Quindi è arrivata la vendita societaria e contestualmente la consapevolezza di quale sarebbe stato il destino della Libertas: sia la piazza che il gruppo squadra sanno bene come procedono queste situazioni e cosa significano certi nomi in questo ambiente. Fatto sta che il primo gruppo dirigente post Bulgarella è riuscito ad organizzare un calcio mercato invernale riuscendo a sistemare la questione portiere, trovando uomini congeniali al modulo in difesa e infoltendo il centrocampo, il tutto unitamente al precedente reintegro in rosa di un fuoriclasse, sia dal punto di vista calcistico che umano, come Gucher.
In questi casi i luoghi comuni calcistici insegnano che nelle difficoltà i gruppi si cementano e tirano fuori l'orgoglio, un discorso che riguardo questa Lucchese è stato senz'altro vero, perché la squadra in tre mesi ha conquistato più punti che nelle venti precedenti partite: alla ventiduesima giornata di campionato, il 12 gennaio, i rossoneri erano ultimi con 13 punti, alla trentottesima senza penalizzazione avrebbero chiuso con 45 punti, al tredicesimo posto.
Cosa dire dunque di questa squadra se non che allenatore, staff e gruppo meriterebbero l'occasione di disputare una stagione insieme con alle spalle una dirigenza dignitosa? Se la Pantera riuscisse a salvarsi sul campo e qualcuno rilevasse la società, forse ci sarebbe una base da cui partire in vista di un campionato interessante. Certo, anche se le cose andassero bene alcune individualità emerse in questa travagliata annata non resterebbero a Lucca, in primis Saporiti e Selvini. Forse però molti altri con qualche garanzia accetterebbero di riprovarci, chissà. Di certo adesso la squadra per completare l'opera deve sbarazzarsi del Sestri Levante, il futuro del calcio a Lucca è tutto nei loro piedi, perché senza salvezza sul campo non esiste salvezza della società. Dal canto nostro riteniamo di aver sempre provato a comprendere le difficoltà in cui Gorgone e i suoi collaboratori si sono dovuti muovere, non solo quest'anno, ma anche il precedente, provando anche a mettere in guardia una piazza ‘drogata’ dai succitati proclami e delle opache prestazioni; certo, non sono mancate le critiche anche da parte nostra, perché è così che funziona il calcio. Questo gruppo, fatta la somma di tutte le circostanze, poteva far di meglio? Può essere, però non lo sapremo mai perché mai hanno potuto lavorare pensando solo al campo. Alla luce dei fatti, quindi, forse qualcuno dovrebbe chiedere scusa al tecnico e anche a qualche giocatore per i toni usati e le critiche fuori misura. Noi non possiamo far altro che ringraziarli per la professionalità dimostrata.
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