Porta Elisa News
lunedì, 30 settembre 2024, 09:17
di alessandro lazzarini
La scelta delle Curva rossonera di disertare lo stadio in occasione della partita contro il Milan Futuro non è solo legittima, ma anche lungimirante: unitamente a iniziative simili, intraprese un po' in tutte le piazze più importanti della Serie C, impedisce infatti ai propagandisti delle Under 23 di poter sostenere che le seconde squadre fanno bene al calcio italiano perché producono incassi facendo comprare il biglietto a gente che altrimenti non si presenterebbe. Come accaduto varie volte contro la Juventus U23, saranno presumibilmente parecchi i milanisti lucchesi non avvezzi alla frequentazione del Porta Elisa che sfrutteranno l'occasione per vedere all'opera i giovani che Pioli e Fonseca hanno già fatto esordire in Serie A (ammesso che entrare al novantesimo con la squadra in vantaggio di due o tre gol sia considerabile come esordio) e senza boicottaggi a equilibrare i dati numerici l'argomento dei maggiori incassi potrebbe assumere consistenza.
Chiaramente a rimetterci, in un certo senso, sarà proprio la Lucchese, priva del proprio pubblico e della pressione che il tifo potrebbe esercitare su una squadra composta per lo più da ragazzini ancora da svezzare, ma è un prezzo che viene pagato in vista di un obiettivo più grande, per cui l'ideale da cui deriva la scelta ci pare ampiamente lodevole.
E' bene ricordare, infatti, che le seconde squadre sono state rivendicate e infine inserite nei campionati come panacea alla crisi di talenti sfornati dal calcio italiano ma, a ben vedere, oltre a essere in larga parte composte di stranieri, sono ben pochi i giocatori italiani che si sono messi in mostra a un certo livello; inoltre, per quanto ne sappiamo, storicamente i grandi giocatori sono sempre stati notati e hanno trovato il verso di esprimersi anche senza questa 'vetrina' che, a ben vedere, non serve affatto a mettere in mostra i campioni, ma i ragazzi che dopo la trafila delle giovanili non son considerati buoni a certi livelli e che così, invece che persi nelle categorie inferiori, possono fare un po' di esperienza ed esser venduti a qualche squadra minore.
Un plusvalenzificio, in sostanza, e non ci sarebbe niente di male se non fosse che in questo modo, fra seconde squadre e premio di valorizzazione degli 'under' dati in prestito qua e là, è praticamente venuta meno l'utilità delle società minori di investire nei settori giovanili: a che serve, se tanto prendono soldi per far giocare quelli altrui e le squadre appositamente create per valorizzarli costano milioni e se le possono permettere solo le grandi? Le iniziative volte alla rinascita del talento calcistico italiano hanno pressoché distrutto il fitto tessuto calcistico che in passato era stato formazione e palestra di uno sconfinata quantità di leggende calcistiche. Sono cose che capitano quando ai piani alti arrivano sempre mediocri mercanti.
Inutile aggiungere che, oltre a quanto già esposto, le secondo squadre tolgono posti nei campionati professionistici a piazze che avrebbero il diritto di sognare, andando contro la tradizione che vede nel folklore e nel campanilismo dato dalla rappresentatività di comunità locali esercitata dalle squadre calcistiche la vera ragione dell'enorme passione che accompagna questo gioco. D’altra parte le società che investono nelle Under 23 esprimono la loro rappresentatività esclusivamente attraverso le prime squadre, come dimostrano i patetici dati di pubblico della partite che le squadre b giocano in casa. Insomma, le seconde squadre confermano una tendenza del mondo moderno, ovvero che chi ha più soldi riesce anche a ottenere politiche finalizzate a consolidare la propria posizione dominante, rendendo impossibile per gli altri anche solo sognare di poter avere il proprio momento di gloria. In questo contesto la super lega dei club ricchi in contrapposizione al ghetto periferico dei poveracci del calcio a parole viene ostracizzata, però nei fatti è già una realtà concreta.
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