Porta Elisa News
venerdì, 30 agosto 2024, 23:22
Palmisani 6,5: Sbroglia diverse situazioni imbarazzanti con uscite spericolate che mettono in mostra un coraggio e una spavalderia da portiere sudamericano, ma si fa apprezzare anche con una parata in volo che evita il raddoppio del Gubbio.
Quirini 6: Vanifica costantemente la corsa generosa e i tagli a disordinare la difesa avversaria con errori in rifinitura; è difficile giudicare la sua prova, perché è chiamato dalle carenze tecniche della rosa a responsabilità che non corrispondono alle sue qualità migliori.
Antoni 6: Intraprendente, si vede che se innescato può creare situazioni interessanti in avanti, però è di fatto una delle pochissimi soluzioni offensive rossonere e non è difficile per gli ospiti accerchiarlo e tenerlo a bada: mancano i diversivi per smarcarlo e, in ripartenza, mancano i piedi per trovarlo con lanci lunghi negli spazi in cui si getta con ardore.
Sabbione 6,5: Con le buone o con le cattive dove c'è lui non si passa; sembra uno dei leader della squadra, certamente non gli manca la personalità.
Gasbarro 5: Centrale di sinistra fa vedere cose migliori quando si spinge avanti e imposta che in fase difensiva, sempre traballante con avversari che gli scappano troppo spesso alle spalle; rovina la partita con una entrata da dietro in area che definire inutile è riduttivo: l'avversario, spalle alla porta, stava uscendo dall'area di rigore.
Fazzi 6,5: Occupa il centro destra della difesa a tre rossonera senza sbavature e cerca anche di farsi sentire dai compagni spingendosi in avanti in cerca della rimonta, che sfiora con una pregevole giocata di volo deviata in angolo.
Welbeck 6: Centrocampista di interdizione, dà una grossa mano a una difesa che è comunque piuttosto statica; In imbarazzo quando c'è da costruire o lanciare per i compagni, è chiaro che la sua prerogativa è recuperare palloni.
Tumbarello 6: Corsa e impegno come al solito non si discutono, deve anche svolgere compiti di regia ma, bloccate la fasce laterali, il giropalla non può che essere sterile perché un legame fra centrocampo e attacco questa sera, nella Lucchese, non esisteva proprio.
Costantino 6: Quando la Lucchese porta il pallone in area lui c'è e sfiora il gol, il problema è che il pallone in area ci arriva pochissimo.
Visconti 5,5: Prestazione piuttosto anonima condita da alcuni errori in appoggio sinceramente non all'altezza delle sue qualità; sostituito.
Fedato 5,5: Seconda punta a supporto di Costantino quando la Lucchese si spinge in avanti, si sposta a destra in fase di contenimento; la coppia d'attacco della Lucchese, comunque, gioca sempre in inferiorità numerica e, inoltre, arrivano pochissimi palloni; certo non è che lui se li vada a cercare.
Selvini 6: Prende il posto di Fedato e si pensava che il suo ingresso potesse apportare dinamicità al gioco, ma conclude poco; voto di incoraggiamento al debutto, è chiaro che si deve ambientare e conoscere i compagni.
Saporiti 6: Prende il posto di Visconti e fa subito vedere un paio di obbrobri in appoggio, Sabbione se lo mangia, però si muove e si propone, si intravede la propensione da rifinitore, creatore di gioco insomma, e finalmente si crea un legame fra gli attaccanti e Costantino entra in partita.
Gemignani s.v.
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L'amministrazione comunale sul momento della Lucchese: "Stiamo seguendo la situazione societaria: ci sono stati molti contatti e l'ultimo incontro, in teleconferenza, si è svolto proprio lunedì scorso. Nel rispetto della proprietà privata della società, sarà fatto tutto quello che è possibile per tutelare un bene della città"
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Mentre le trattative per il passaggio societario sembrano essere a un punto morto e si vocifera che l'imprenditore italo-canadese sia ormai fuori dai giochi, ecco che il club annuncia il nuovo direttore generale, una figura assente ormai da oltre otto mesi, ovvero da quando si interruppe il rapporto con Giuseppe...
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Lo stadio Antonio Benelli di Pesaro è intitolato al più piccolo dei sei fratelli Benelli, una famiglia di famosi motociclisti, morto in un incidente stradale. Le sue origini risalgono al 1927, quando la Vis Pesaro si trasferì nell'attuale impianto che inizialmente era stato concepito come velodromo
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